Calendimaggio e Sagra dei Vertuti, festa a Paganico Sabino
Un suggestivo rito arcaico e una gustosa ricetta tipica: a Paganico Sabino la festa del 1° maggio è all’insegna di questi due “ingredienti”, che danno vita a una giornata affascinante che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Il ritorno alla vita e la rinascita rappresentano l’allegoria del “Calendimaggio”, una festa tipica della tradizione contadina che nei secoli passati salutava l’arrivo della buona stagione dopo il rigido inverno. E così anche quest’anno alle 11.30, tornerà puntuale nell’antico borgo della Valle del Turano l’affascinante rito: rigorosamente digiuni, gli abitanti del posto immergeranno tre ghiere di noci in un bicchiere colmo di vino pronunciando “San Félìppu e Jàku, faccio a Kalènnemàju, se mòro affonno, se nò ritorno”. Se le noci resteranno a galla, quella in arrivo sarà un’ottima stagione per il raccolto.
Oltre alla gastronomia, sono in programma tanti momenti che fonderanno sapientemente il folclore all’intrattenimento. I prodotti tipici della zona saranno in bella mostra negli stand allestiti per l’occasione e i visitatori – che avranno a disposizione anche un comodo servizio gratuito di bus navetta – potranno ammirare il Belvedere della Rocca, seguendo il percorso pilota dalla Torre Portaia; da qui è possibile scorgere i boschi di querce, castagneti secolari e faggeti che circondano Paganico Sabino, un paradiso naturalistico che in primavera mostra i suoi colori più belli. Tra la Riserva Naturale Monte Cervia e il Monte Navegna, il borgo a due passi dal Lago del Turano ha mantenuto l’aspetto di un “castrum” medioevale, con l’ingresso segnato da due porte che conducono tramite strettissime viuzze nel centro storico dominato dalla chiesa di Santa Maria dell’Annunciazione. Meritano una visita anche la parrocchiale San Nicola e la chiesa di San Giovanni Battista, mentre a poca distanza dall’abitato sorge la suggestiva “Pietra Scritta”, monumento funerario della famiglia dei Muttini risalente alla seconda metà del I secolo a.C.